I disturbi di personalità
Cos’è la personalità?
La personalità è una struttura che può essere definita stabile caratterizzata da vari aspetti psichici, cognitivi e comportamentali particolari e propri di ogni individuo. Ma non è solo questo, è anche l’insieme delle esperienze soggettive e di appartenenza al mondo. In altre parole, seguendo il modello psicobiologico della personalità di Cloninger (1993), possiamo immaginare la personalità come costituita per un 50% dal temperamento e un 50% dal carattere. Il temperamento poco modificabile in quanto è la base innata, “genetica” o “fisiologica” del proprio modo di essere. Il carattere invece è dinamico, si modifica nel tempo e in base ai contesti in quanto è il risultato dell’interazione tra il temperamento e i fattori ambientali con cui viene in contatto la persona.
Cosa sono i disturbi di personalità?
Per quanto riguarda i disturbi della personalità è tutt’oggi considerato di riferimento il modello di classificazione categoriale. Secondo questo approccio i disturbi di personalità possono essere suddivisi qualitativamente in base alla presenza o all’assenza di precisi segni o sintomi che deviano la personalità da “normale” a patologica. All’opposto dell’approccio categoriale si trova quello di tipo dimensionale che non suddivide i disturbi di personalità in categorie, ma li colloca lungo un continuum tra normalità e patologia la cui differenza è puramente di natura quantitativa. Con l’introduzione del DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – V) si è aggiunto un nuovo approccio di definizione dei disturbi di personalità: categoriale-dimensionale. Secondo tale approccio i disturbi di personalità si caratterizzano sia per la compromissione del funzionamento della personalità (visione più qualitativa) che per la presenza di tratti patologici (visione più quantitativa).
I disturbi di personalità sono frequenti e coinvolgono il 7-15% della popolazione generale.
Si evidenziano generalmente a partire dell’adolescenza e rappresentano dei modelli abituali di pensiero e di comportamento che deviano rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo e che può coinvolgere più aree:
1) modalità di percepire ed interpretare se stessi, gli altri e gli avvenimenti che accadono.
2) varietà, intensità, labilità ed adeguatezza della affettività.
3) il funzionamento interpersonale
4) il controllo degli impulsi
Facendo riferimento al sistema categoriale e al DSM IV-TR è possibile individuare 10 disturbi di personalità, suddivisi in cluster.
Cluster A (eccentrico-strano)
Disturbo paranoide di personalità
La persona con questo disturbo tende ad interpretare il comportamento altrui con sfiducia e sospettosità e tenderà a comportarsi con distacco.
Tale disturbo si caratterizza per:
– estrema sospettosità
– sfiducia persistente nei confronti degli altri
– sendenza ingiustificata ad interpretare le azioni altrui come intenzionalmente umilianti e minacciose
– riluttante a confidarsi con gli altri
– scorge significati nascosti umilianti o minacciosi in rimproveri
– mancanza di flessibilità
– idee di riferimento e allusioni
– suscettibili alle critiche e ai giudizi
– porta costantemente rancore (non perdona!)
– pronto a reagire con rabbia e aggressività
– sospettosità e gelosia nei confronti del coniuge o partner
Il disturbo non viene vissuto come tale, ma come armonico ed in sintonia con la propria esistenza, pertanto le persone tenderanno a non richiedere aiuto o trattamento terapeutico.
Disturbo schizoide di personalità
La persona che soffre di questo disturbo, vive con distacco e disinteresse il contatto con gli altri e tenderà ad evitare i contatti sociali.
Tale disturbo si caratterizza per:
– non desidera né prova piacere nelle relazioni strette, incluso il far parte di una famiglia
– quasi sempre sceglie attività solitarie
– dimostra poco o nessun interesse per le esperienze sessuali con un’altra persona
– prova piacere in poche o nessuna attività
– non ha amici stretti o confidenti
– indifferenza alle lodi o alle critiche degli altri
– freddezza emotiva, distacco o affettività appiattita
– scelte scolastiche e lavorative comportano un basso coinvolgimento personale (spesso ottimi risultati)
Disturbo schizotipico di personalità
La persona con disturbo schizotipico di personalità vive con un fortissimo disagio le relazioni affettive, tendono ad essere eccentriche nel comportamento con scarsa aderenza alla realtà e presentando pensieri bizzarri (pensieri magici e sesto senso).
Tale disturbo si caratterizza per:
– idee di riferimento: interpretazioni scorrette di avvenimenti casuali e di eventi esterni come se avessero un significato particolare e insolito riferito al soggetto
– credenze strane che vanno al di là delle norme subculturali (es. superstizioni) e pensiero magico: convinzione di avere particolari poteri in grado di influenzare avvenimenti e comportamento, chiaroveggenza, telepatia, etc.
– esperienze percettive insolite (es. “sentire” la presenza di persone)
– pensieri ed eloquio strani
– sospettosità ed ideazione paranoide
– affettività inappropriata o limitata
– comportamento o aspetto strani, eccentrici o peculiari
– nessun amico stretto o confidente
– eccessiva ansia sociale
Nella popolazione generale il tasso di prevalenza è di circa il 3% e i pazienti affetti da questo disturbo hanno un elevato rischio di sviluppare un disturbo schizofrenico.
Cluster B (drammatico-imprevedibile)
Disturbo antisociale di personalità
La persona non ha alcun rispetto per le leggi e i diritti degli altri; li viola con provando una forte componente di rabbia ed aggressività e senza provare senso di colpa.
Tale disturbo si caratterizza per:
– quadro pervasivo di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri (esordio 15 anni)
– incapacità di conformarsi alle norme sociali
– ripetersi di condotte perseguibili penalmente
– disonestà
– impulsività o incapacità di pianificare
– irritabilità e aggressività
– inosservanza spericolata della sicurezza propria ed altrui
– comportamenti abitualmente irresponsabili
– mancanza di rimorso
– l’individuo ha almeno 18 anni
La più alta incidenza di tale disturbo si rileva nei soggetti maschi, nei carcerati e molto spesso è associato ad abuso di sostanze.
Disturbo borderline di personalità
La persona con disturbo borderline di personalità vive se stesso con comportamenti impulsivi e caratterizzati da instabilità; ciò si proietta anche sul modo di vivere le relazioni sociali che tendono ad essere vissuti in modo ambivalente, oscillando tra l’iperidealizzazione all’ipersvalutazione
Tale disturbo si caratterizza per:
– sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono
– relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzati dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione
– alterazione della percezione e dell’immagine di sè
– impulsività in aree potenzialmente dannose per sé (almeno due)
– ricorrenti minacce o comportamenti suicidari, comportamenti automutilanti
– instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore
– sentimenti cronici di vuoto
– rabbia intensa e immotivata
– difficoltà a controllare la rabbia
– ideazione paranoide o gravi sintomi dissociativi
Il disturbo borderline di personalità si manifesta nel 2% circa della popolazione generale; la frequenza maggiore si rileva nelle donne e spesso si associa ad altri disturbi dell’umore.
Disturbo istrionico di personalità
La persona con tale disturbo tende ad avere comportamenti eccessivamente teatrali, drammatici e a ricercare l’attenzione degli altri con atteggiamenti seduttivi.
Tale disturbo si caratterizza per le seguenti caratteristiche:
– è a disagio in situazioni nelle quali non è al centro dell’attenzione
– l’ interazione con gli altri si caratterizza per comportamenti sessualmente seducenti o provocanti
– espressione delle emozioni rapidamente mutevole e superficiale
– utilizzo dell’aspetto fisico per attirare le attenzioni
– eloquio esageratamente impressionistico e privo di dettagli
– autodrammatizzazione, teatralità ed espressione esagerata delle emozioni
– suggestionabile
– considera le relazioni più intime di quanto non lo siano realmente
Disturbo narcisistico di personalità
La persona con disturbo narcisistico tende a valutare se stesso con grandiosità, si sente migliore di tutti, ricerca l’ammirazione degli altri e vive fantasie di successo illimitate
Tale disturbo si caratterizza per:
– ha un senso grandioso di importanza
– è assorbito da fantasie di illimitato successo, potere, fascino, bellezza e di amore ideale
– crede di essere speciale ed unico e di poter frequentare ed essere capito solo da altre persone speciali o di classe elevata
– richiede eccessiva ammirazione
– ha la sensazione che tutto gli sia dovuto
– sfruttamento degli altri per i propri scopi
– mancanza di empatia
– spesso invidioso degli altri o crede che gli altri lo invidino
– mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi
Tale disturbo sembra riguardare prevalentemente soggetti di sesso maschile e con un livello di scolarità medio-alto.
Cluster C (ansioso-pauroso)
Disturbo evitante di personalità
La persona, vivendo le situazioni sociali con elevata ansia, insicurezza e paura dei giudizi degli altri, tenderà ad evitarle nel modo più assoluto.
Tale disturbo si caratterizza per:
– inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza e ipersensibilità al giudizio negativo
– evita attività lavorative che implichino un significativo contatto interpersonale (timore di critiche, disapprovazione o rifiuto)
– inibizione nelle relazioni intime (timore di umiliazione o di essere ridicolizzato)
– preoccupazione per critiche o rifiuti in situazioni sociali
– presenza di sentimenti di inadeguatezza che inibiscono situazioni interpersonali nuove
– si vede come socialmente inetto, personalmente non attraente o inferiore agli altri
– insolitamente riluttante ad assumere rischi personali o ad ingaggiarsi in qualsiasi nuova attività.
– la persona vive un forte desiderio di affetto accompagnato contemporaneamente dalla paura del rifiuto. Da ciò deriva spesso una situazione “difensiva” di ricerca di solitudine e profonda tristezza o stati depressivi.
Disturbo dipendente di personalità
La persona con tale disturbo manifesta marcata mancanza di sicurezza e fiducia in se stessa, tanto da presentare un eccessivo bisogno di essere accudito e comportamenti di dipendenza e sottomissione.
Tale disturbo si caratterizza per:
– eccessiva necessità di essere accuditi, comportamenti di dipendenza e sottomissione, nonché timore della separazione
– difficoltà a prendere decisioni quotidiane senza chiedere consigli e rassicurazioni
– ha bisogno che altri assumano le responsabilità per la maggior parte dei settori della sua vita
– non esprime disaccordo per paura di perdere supporto e approvazione
– difficoltà ad iniziare progetti e a svolgere compiti autonomamente
– può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri
– si sente a disagio o indifeso quando è solo
– quando termina una relazione stretta ne cerca immediatamente un’altra come fonte di accudimento e di supporto
– eccessiva preoccupazione di abbandono
Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
La persona con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, mostrerà comportamenti marcatamente rigidi e di controllo con fortissima preoccupazione per il perfezionismo, l’ordine, le regole, i dettagli e gli schemi.
Tale disturbo si caratterizza per:
– attenzione per i dettagli, le regole, le liste, l’ordine, l’organizzazione o gli schemi, al punto che va perduto lo scopo principale dell’attività
a perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti
– eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività ( esclusione di hobbies e amicizie)
– esageratamente coscienzioso, scrupoloso, inflessibile in tema di moralità, etica o valori
– è incapace di gettare via oggetti consumati o di nessun valore, anche quando non hanno valore affettivo
– è riluttante a delegare compiti o a lavorare con altri
– tendenza all’avarizia (il denaro è visto come qualcosa da accumulare in vista di catastrofi future)
– rigidità e testardaggine
La personalità ossessiva-compulsiva non deve essere confusa con il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) che rappresenta una sindrome con caratteristiche diverse proprio per la presenza di pensieri intrusivi e ricorrenti (ossessioni) e comportamenti ripetitivi e afinalistici (compulsioni).
La diagnosi di disturbo di personalità
La diagnosi di disturbo della personalità può essere fatta solo da specialisti e richiede un’osservazione per un periodo lungo e che permetta di esaminare i sintomi, gli schemi di pensiero e di funzionamento della persona.
La diagnosi deve riguardare le persone con più di 18 anni, cioè quando la personalità tende ad essersi “formata” in maniera più stabile e si suppone si sia concluso lo sviluppo.
Con l’introduzione del modello categoriale-dimensionale secondo cui i disturbi di personalità si caratterizzano sia per la compromissione del funzionamento della personalità che per la presenza di tratti patologici, è stata ideata una scala relativa al funzionamento della personalità. Vengono qui valutate sia le compromissioni del dominio del Sé (identità e auto-direzionalità), sia le compromissioni interpersonali (intimità ed empatia).
A partire da queste considerazioni il DSM V prevede che per fare diagnosi di disturbo di personalità, debbano essere soddisfatti diversi criteri:
Criterio A: significative compromissioni del sé (identità o auto-direzionalità) e del funzionamento interpersonale (empatia o intimità).
Criterio B: spresenza di tratti patologici in uno o più domini della personalità.
Criterio C: le compromissioni nel funzionamento della personalità o la presenza di tratti patologici della personalità devono essere stabili nel tempo e nei diversi contesti.
Criterio D: le compromissioni nel funzionamento della personalità o la presenza di tratti patologici della personalità non sono correlati alle fasi di sviluppo individuale o al contesto socio-culturale della persona.
Criterio E: le compromissioni nel funzionamento della personalità o la presenza di tratti patologici della personalità non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale
Trattamento dei disturbi di personalità
L’approccio terapeutico raccomandato è quello che integra l’aspetto farmacologico a quello psicoterapeutico.
Da un punto di vista farmacologico i farmaci più spesso utilizzati sono :
in caso di un quadro sintomatologico depressivo: inibitori del reuptake della serotonina (SSRI)
in caso di un quadro di aggressività, impulsività o instabilità affettiva: stabilizzatori dell’umore
in caso di un quadro di discontrollo degli impulsi, stati dissociativi transitori o comportamenti auto-lesionistici: antipsicotici.
Per quanto riguarda l’approccio psicoterapeutico, questo deve porsi l’obiettivo di:
– comprensione ed acquisizione della consapevolezza riguardo i propri vissuti
– acquisizione di nuovi schemi di pensiero e di comportamento che siano funzionali e socialmente condivisibili
– riduzione del disagio soggettivo (sintomi ansiosi, depressivi o discontrollo degli impulsi).