Disturbo bipolare
Quando nella vita di una persona si alternano uno o più episodi depressivi maggiori ad uno o più episodi ipomaniacali o maniacali, si parla di disturbo bipolare.
Prima di addentrarci nel disturbo bipolare è bene fare chiarezza sui termini.
Episodio depressivo maggiore: per almeno due settimane si presentano umore depresso e/o perdita di interesse e di piacere verso tutte o quasi tutte le attività. A questi si possono aggiungere sintomi quali: modificazione del peso corporeo, modificazione dell’appetito, insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicomotorio., astenia (mancanza di energie), sentimenti di colpa, sentimenti di autosvalutazione, difficoltà a pensare e a concentrarsi, ricorrenti pensieri di morte.
Episodio maniacale: periodo di alterazione grave dell’umore in cui il tono dell’umore è eccessivamente elevato, espanso o irritabile. Si caratterizza inoltre per euforia, spinta a continuare a parlare, marcata iperattività, presenza di idee o deliri di grandiosità o onnipotenza, fuga delle idee, distraibilità, diminuito bisogno di sonno, agitazione psicomotoria ed eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose.
Episodio ipomaniacale: è un periodo di tempo inferiore rispetto all’episodio maniacale, in cui l’umore è alterato ed elevato rispetto alle condizioni di “normalità” di una persona, ma non raggiunge la gravità di una condizione maniacale. Come nell’episodio maniacale si possono osservare, anche se come detto, con una connotazione di minore gravità, i seguenti sintomi: autostima ipertrofica o sentimenti di grandiosità, diminuito bisogno di sonno, maggiore loquacità del solito oppure spinta a continuare a parlare, fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente, distraibilità, aumento dell’attività finalizzata o agitazione psicomotoria ed eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose.
I disturbi bipolare possono essere distinti a seconda del tipo di episodi maniacali che li caratterizzano.
Si parla di Disturbo Bipolare I quando si verifica almeno un episodio maniacale nell’arco della vita. Il tono dell’umore è orientato prevalentemente in senso maniacale. L’età media di insorgenza è di circa 18 anni. Tra i fattori di rischio più rilevanti per lo sviluppo di un disturbo bipolare si ritrova la presenza di familiarità; questa, rispetto alla popolazione generale, aumenta di 10 volte il rischio di sviluppare la patologia. Nel disturbo bipolare I, inoltre, il rischio suicidario è aumentato di 15 volte rispetto alla popolazione generale.
Il Disturbo Bipolare II si caratterizza per la presenza di ricorrenti episodi di alterazione dell’umore sia in senso depressivo (uno o più episodi depressivi maggiori) sia in senso ipomanicale (almeno un episodio ipomaniacale). Generalmente il disturbo si manifesta inizialmente con un episodio depressivo maggiore che tende a perdurare nel tempo e ad essere invalidante per la persona. L’età media di insorgenza è intorno ai 30-35 anni. Anche in questo caso la familiarità è il fattore di rischio per eccellenza. Infine nel disturbo bipolare I il rischio suicidario è molto elevato: circa un terzo delle persone che ne soffre, tenta il suicidio.
Cosa fare se si soffre di disturbo bipolare?
Il trattamento del disturbo bipolare è principalmente farmacologico (stabilizzatori del tono dell’umore e antidepressivi), formulato attraverso un’attenta diagnosi e un continuo monitoraggio da parte del medico specialista.
Alla farmacoterapia è consigliabile associare un percorso psicoterapeutico al fine di aumentare l’efficacia nel lungo termine del trattamento.
Gli obiettivi della psicoterapia saranno incentrati sulla psicoeducazione:
– sull’importanza del seguire e mantenere la terapia farmacologica;
– imparare a riconoscere rapidamente i sintomi iniziali della mania (o ipomania) e della depressione, così da intervenire il più precocemente possibile;
– imparare a sviluppare strategie fronteggiare.