Attacchi di panico
Il termine “attacco di panico” deriva dal mito greco del dio Pan. Pan era un semidio dall’aspetto orrendo, metà uomo e metà caprone. Quando si infuriava con qualcuno che osava disturbarlo, egli emetteva un urlo agghiacciante, terrificante, capace di suscitare un terrore improvviso ed incontrollato e lasciando la vittima incredula, paralizzata, incapace di spiegare cosa fosse successo ed in uno stato di panico assoluto. Da qui la parola panico.
L’attacco di panico è un periodo ben delimitato di tempo in cui la persona vive uno stato di intensa apprensione, paura, terrore o sensazione di morte imminente, in situazioni in cui non c’è un reale pericolo. I singoli attacchi di panico generalmente durano pochi minuti.
Quali sono i sintomi dell’attacco di panico?
L’attacco di panico si caratterizza per la presenza di almeno 4 sintomi, che possono essere sia fisici che cognitivi, tra quelli di seguito elencati:
palpitazioni o tachicardia
intensa sudorazione
tremori
sensazione di soffocamento o “fame d’aria”
dolore al petto
nausea o disturbi addominali
sensazione di sbandamento, instabilità o svenimento
sensazione di irrealtà (derealizzazione) o di essere distaccati da se stessi (depersonalizzazione)
paura di perdere il controllo o di impazzire
paura di morire
parestesie (sensazione di formicolio)
brividi o vampate di calore
Il decorso dell’attacco di panico è variabile. Può essere che una persona ne sperimenti uno unico nel corso della propria vita, oppure può essere seguito da altri attacchi ricorrenti ed inaspettati. Si parla in quest’ultimo caso, di disturbo di panico.
Nel disturbo di panico la persona prova forti timori relativi agli attacchi di panico stessi e alle conseguenze che ne possono derivare. In particolare le preoccupazioni possono essere fisiche, sociali e riguardanti il funzionamento mentale. Da un punto di vista fisico la persona si preoccupa di essere affetto da gravi malattie (in particolare cardiache o cerebrali) non diagnosticate e pericolose per la vita. Per quanto riguarda le preoccupazioni relative allo stato mentale, esse si riferiscono al timore della persona di non essere in grado di gestire la propria emotività e quindi di perdere il controllo. Infine le preoccupazioni sociali riguardano il timore di ricevere giudizi negativi altrui (paura di essere giudicato come debole).
A seguito di tutte queste preoccupazioni spesso la persona attua delle condotte di evitamento dei luoghi o delle situazioni che la persona giudica come potenziali “attivatori” dell’attacco di panico. La persona tende quindi a cambiare il proprio comportamento per evitare attacchi futuri, limitandosi nelle consuete attività quotidiane e favorendo l’insorgere di ansia anticipatoria (timore di avere nuovi attacchi di panico).
Cosa fare se si soffre di disturbo di panico?
Il disturbo di attacchi di panico è spesso associato ad un cambiamento negativo fisico ed ad importanti limitazioni nelle relazioni sociali e familiari e nell’ambito lavorativo/scolastico. Diventa quindi importante intervenire con un trattamento farmacologico e/o psicoterapeutico.
Per quanto riguarda l’aspetto psicoterapeutico, risultano maggiormente efficaci le tecniche strutturate cognitivo-comportamentali e le tecniche che utilizzano training di rilassamento e tecniche immaginative. Partendo dall’acquisizione di consapevolezza (psicoeducazione) che il disturbo di panico comprende sia meccanismi somatici che psicologici, si lavorerà sulla modificazione dei pensieri e dei comportamenti associati al disturbo.