Ansia

La parola ansia viene sempre più utilizzata nella quotidianità per definire numerosi stati emotivi, talvolta vaghi e non sempre coincidenti con il vero significato clinico della parola.

Innanzitutto è bene iniziare con il distinguere l’ansia fisiologica dall’ansia patologica. La prima è da considerarsi come uno stato interno di attivazione/preparazione che fisiologicamente mettiamo in atto quando dobbiamo affrontare una situazione critica o quando ci troviamo di fronte a stimoli di pericolo in cui ci è richiesta una particolare performance. In queste circostanze, per ottenere una prestazione funzionale, è bene che il nostro organismo si adatti, attivandosi in modo ottimale. In che modo? Si tratta di un’attivazione sia del corpo (attraverso l’attivazione di specifici organi e apparati) che della psiche (elaborando pensieri e strategie specifiche).

Nel caso dell’ansia patologica, succede che si ha un’attivazione disfunzionale e sproporzionata (rispetto al reale stimolo) che va ad inferire con la nostra prestazione, bloccandoci o addirittura ostacolandoci negli eventi di vita futuri. In altre parole è come se si perdesse il controllo delle proprie emozioni, riducendo le nostre capacità operative sia nelle situazioni conosciute (attuando modalità di evitamento), sia nelle situazioni nuove o impreviste. Ciò comporta sentimenti di impotenza, di sofferenza e disagio.

Ma come si distinguono l’ansia “normale” da quella patologica?

Definire un confine netto tra le due può essere complesso. In linea generale l’ansia patologica si caratterizza per la presenza di preoccupazioni “croniche” (possono durare anche anni!) ed eccessive che riguardano diversi ambiti di vita quotidiana (p.es. lavoro, famiglia, studio, etc.). L’ansia patologica non è facilmente controllabile e quindi diventa debilitante e causa un disagio clinicamente significativo andando a compromettere il normale funzionamento di vita.

Quali sono i sintomi dell’ansia patologica? L’ansia è spesso associata sia a sintomi fisici sia a sintomi psicologici

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Sintomi fisici:

irrequietezza motoria
eccessiva sudorazione
bocca secca
nausea
palpitazioni
(battito cardiaco accelerato)
Tremori
respiro affannoso
(senso di oppressione al petto e mancanza d’aria)
vertigini
nodo alla gola
affaticabilità

disturbi gastro-intenstinali
mal di testa (cefalea muscolo-tensiva)

Sintomi psicologici:

irrequietezza o sentirsi tesi, con “i nervi a fior di pelle”
apprensione
difficoltà a concentrarsi o facile distrainbilità
vuoti di memoria
facile irritabilità
insonnia

Cosa fare se si soffre di ansia?

L’ansia patologica è senz’altro un disturbo debilitante pertanto è necessario un trattamento efficace sia nel breve che nel lungo termine.

La psicoterapia può essere un approccio utile nel lungo termine, sia da solo che in associazione ad un intervento farmacologico.

Nei casi di ansia di grado moderato o grave, alcuni studi suggeriscono, che l’efficacia maggiore si ha associando l’approccio psicoterapeutico a quello farmacologico. In aggiunta alla psicoterapia, per la riduzione dei sintomi ansiosi è raccomandata la psicoeducazione volta a fornire consigli sullo stile di vita, utili per l’identificazione ed eliminazione di tutti quei comportamenti o abitudini che aggravano i sintomi stessi.

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