L’odio che infetta la rete – II parte
Come anticipato nella I parte dell’articolo, troll, cyber-bulli ed haters hanno specifici profili psicologici (Buckels, 2014; Fearn, 2017; Ortiz, 2019; Bishop, 2013 e 2014; Sorokowsky, 2020).
Nell’identificazione di tali profili si è fatto riferimento ai tratti di personalità che rientrano in quella che è chiamata Triade Oscura: narcisismo, machiavellismo e psicopatia (Paulhus, 2002).
In questa II parte analizzeremo questi specifici aspetti.
Questi tratti di personalità, ovviamente presenti anche nell’era pre-internet, pur condividendo l’aspetto manipolatorio, aggressivo e falso, hanno ognuno una propria peculiarità:
Narcisismo: si caratterizza per desiderio di dominio, totale mancanza di empatia e un senso di sé grandioso, superiore ed egocentrico.
Machiavellismo: si caratterizza per ipocrisia, falsità/inganno, insensibilità, cinismo e comportamenti manipolatori e di sfruttamento dell’altro per un proprio interesse personale.
Psicopatia: si caratterizza per elevati livelli di aggressività, impulsività ed egocentrismo che sfociano in comportamenti “adrenalinici” che vanno oltre la legalità, in comportamenti antisociali e manipolatori.
Ciò che emerge dagli studi è che i comportamenti on line negativi (siano trolling, incitamento all’odio o cyber-bullismo) mostrano caratteristiche comuni, ma diverse per entità, associate ad alti livelli di psicopatia, invidia, frustrazione, sadismo ed impulsività.
Cosa fare se si è vittima di trolling, cyber-bullismo o haters?
Ecco alcuni consigli affrontare questo fenomeno e reagire positivamente agli attacchi di queste persone:
1) Non rispondere ai provocatori, ignorarli e non dar loro corda. Chi provoca, infatti, non aspetta altro che una nostra risposta così da poter continuare a riversare il proprio odio e la propria frustrazione ed alimentare le discussioni.
2) Nascondere i loro commenti. Non è da vedersi come una censura, ma come un modo di moderare una discussione che non porterebbe a nulla di costruttivo, ma solo ad un crescendo di odio ed aggressività fine a se stessa.
3) Bloccare specifiche parole. In certi siti è possibile impostare dei filtri che blocchino preventivamente certi messaggi che contengono determinate parole “sgradite” che vengono inserite all’interno di una lista.
4) Segnalare e bloccare la persona. E’ possibile segnalare le pagine o commenti offensivi al moderatore del sito, così come ci si può rivolgere alla polizia postale per bloccare determinati contenuti laddove questi siano particolarmente gravi.
5) Non condividere o commentare. E’ consigliabile ignorare commenti o post offensivi così da limitarne la diffusione.
6) Chiedere aiuto. Se ci si sente vittime schiacciate ed annientate da questi comportamenti e attacchi d’odio, è bene chiedere aiuto e rivolgersi ad un professionista che possa aiutare a comprendere e gestire la situazione che si sta vivendo.