Psicologia giuridica

Il ruolo dello Psicologo in ambito forense

psicologia giuridica il ruolo dello Psicologo in ambito forense

Cos’è la psicologia giuridica?

La psicologia giuridica è una disciplina, ad oggi ben normata e con linee guida ben specifiche, che mette in relazione discipline psicologiche con il Diritto. In altre parole ciò che fa la psicologia giuridica è “studiare” ed approfondire tutti gli aspetti cognitivi, emotivi, affettivi, comportamentali e personologici di una persona, in relazione alla posizione giuridica che essa ricopre nei vari ambiti di vita (sociale-familiare e/o scolastico-lavorativo).
Quando una persona viene coinvolta in procedimenti giudiziari, la psicologia giuridica può entrare in gioco per descrivere e dettagliare il profilo psicologico della persona stessa:
– storia personale e familiare,
– fattori personologici e caratteriali,
– fattori intellettivi/cognitivi,
– bisogni, attitudini e motivazioni,
– relazioni interpersonali,
– strategie di coping (capacità di affrontare lo stress),
– fragilità psichica o psicosomatica.

La psicologia giuridica ha assunto negli anni una sua identità ed è regolata da norme e articoli ben specifici. A seconda degli ambiti in cui è chiamata in causa, la psicologia giuridica si articola in diverse aree specialistiche:
1) Psicologia giudiziaria e forense
2) Psicologia criminale
3) Psicologia legislativa
4) Psicologia rieducativa

In quest’ottica, la competenza psicologica, in ambito giuridico, sembra assumere un duplice e ruolo: un ruolo teorico e un ruolo pratico. Nel primo caso vengono utilizzate nozioni psicologiche al fine di osservare ed analizzare il sistema della giustizia, mentre a livello pratico viene richiesta una competenza psicologica sia a supporto dell’emanazione di sentenze sia a tutela degli interessi della parte interessata.
Rientrano in questi ambiti l’analisi del profilo psicologico che riguarda: casi di adozione/affido nazionale o internazione, separazione/divorzio, valutazione delle competenze genitoriali, maltrattamenti psicofisici sia di adulti che minorili, abuso sessuale, comportamenti deviati (anche di gruppo o minorili), dipendenze e sfruttamento, pedofilia, valutazione del danno psichico, funzionamento dei servizi sociali, delle case-famiglia e dei centri di accoglienza e recupero.

In che modo agisce la psicologia giuridica?

A seconda dei vari ambiti applicativi e delle richieste (e da dove provengono, se da un giudice o da avvocati), interviene lo psicologo giuridico, una figura con conoscenze teoriche e competenze specifiche, che utilizza strumenti e metodi specifici.

Lo psicologo giuridico

La prima cosa da sottolineare è l’importanza di dividere bene i ruoli dello psicologo giuridico dallo psicoterapeuta. Quest’ultimo infatti utilizza nella sua pratica clinica, un approccio il cui obiettivo è il trattamento di un determinato disagio, mentre lo psicologo giuridico si basa su un approccio legato ad una valutazione volta a rispondere ad un quesito, ad un problema specifico posto da un giudice. Quando ci si muove in ambito forense bisogna quindi stare molto attenti agli approcci ed ai paradigmi che si vogliono applicare e fare in modo di utilizzare tecniche, strumenti e metodi standardizzati che siano scientificamente riconosciuti e condivisi dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale.

Lo psicologo giuridico è quindi uno psicologo (non necessariamente psicoterapeuta) che ha acquisito competenze specifiche e che è iscritto all’Albo dei Consulenti Tecnici. I Consulenti Tecnici sono esperti specializzati in specifici settori e che possono essere nominati dal giudice (si parla quindi di Consulente Tecnico di Ufficio – CTU) oppure possono essere nominati dalle due parti (si parla quindi di Consulente Tecnico di Parte – CTP). CTU e CTP hanno lo scopo di mettere a disposizione le proprie conoscenze e competenze tecniche per fornire opinioni oggettive e puntuali atte a rispondere a quesiti specifici che vengono proposti dal giudice durante un contenzioso. Lo psicologo giuridico per rispondere a tali quesiti effettuerà sedute in cui svolgerà indagini attraverso interviste strutturate, raccolte anamnestiche e valutazioni psicodiagnostiche. Raccolte tutte le informazioni, queste verranno redatte in una relazione formale e ben strutturata, seguendo specifici e rigorosi criteri, che verrà in seguito presentata (entro termini prestabiliti) al giudice stesso.

Foto di Sora Shimazaki da Pexels

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